Stadera era un Collettivo giovanile, come si definivano allora, della periferia sud di Milano, che prende il nome dallo storico quartiere popolare degli anni ’20.
Spazio occupato dagli ultimi mesi del 1976, ha attraversato tutti quegli anni e al suo interno erano rappresentate tutte le componenti del movimento: sociali (studenti, operai, disoccupati, dai sottoproletari al ceto medio), culturali (artisti, musicisti, teatranti, creativi, poeti…), politiche (femministe, gay, comunisti, libertari, autonomi).
Questa mostra raccoglie le testimonianze scritte sui muri dello spazio occupato di viale Cermenate, fotografate pochi giorni prima del suo abbandono, alla fine del 1978.
In queste immagini si trovano tutte le tensioni che attraversavano la nostra generazione in quel tempo, dall’ironia alla gioia alla disperazione, e soprattutto lo stile espressivo che fece del movimento del ’77 “un’avanguardia culturale di massa”, come la definì qualcuno.
Eco scrisse in quei giorni che “… il dato più interessante è che questo linguaggio del soggetto diviso, questa proliferazione di messaggi… vengono capiti e praticati da gruppi sino ad oggi estranei alla cultura alta… che sono arrivati alla parola attraverso la musica, il datsebao, la festa, il concerto…”.