Il Movimento del ’77 nacque in concomitanza della crisi delle organizzazioni extraparlamentari che avevano condotto ed egemonizzato le lotte sociali negli anni successivi al Sessantotto: dopo un decennio di contestazioni nella scuola e nella società, il rigore dei riti e dei ruoli dei vecchi gruppi politici appariva inadeguato e superato.
Accanto all’anima politica prendeva corpo giorno dopo giorno l’anima creativa, trasgressiva, spontaneista e quasi sempre non violenta. Sopravviveva il “rito” delle manifestazioni, del corteo che attraversava la città quasi ogni sabato, ma gli striscioni e gli slogan erano diversi, niente comizi, gli obbiettivi erano cinema o i luoghi di spaccio dell’eroina, e lo scopo principale era lo stare insieme.
Perché nei collettivi giovanili si passava insieme tantissimo tempo, sempre in gruppo: discutendo, giocando, facendo musica o teatro di strada, facendo murales nel quartiere, andando in campagna una giornata o in vacanza per un mese, o, appunto, andando in corteo in centro, dopo essersi trovati con gli altri collettivi del sud Milano: Stadera, Chiesa rossa, Gratosoglio, ecc.